Salvatore Zito


Biografia

Com’è bella la mia pittura
È bella la mia pittura
È la mia pittura
È la pittura

Salvatore Zito, pittore e insegnante d'arte, vive e lavora a Torino. In questa città ha conseguito gli studi in Pittura presso l’Accademia Albertina di Belle Arti dove è stato titolare della cattedra di Decorazione.
Pittore di formazione classica dalla tecnica spettacolare, applica queste sue peculiarità a qualsiasi esperienza artistica.
Una sua caratteristica è lavorare a cicli: le Ferrari, la Coca-cola, le angurie, le maree, i frutti e i fiori, lo Spiderman e gli stick sono solo alcuni esempi, affrontati ora con irruente passionalità, ora con colte citazioni, ora con gestualità ed espressività lacerante sorretti da una ricca e intensa cromaticità.
Salvatore Zito ama lasciarsi sedurre dalla bellezza intrinseca del colore costruendo con esso sottili ironie.
Il percorso artistico di Salvatore Zito, ricco e articolato ha inizio negli anni ottanta dove esordisce nel panorama internazionale sia con importanti mostre personali, sia collaborando con un gruppo di artisti di varia nazionalità impegnati nelle proposte di avvenimenti multimediali in cui pittura, musica e poesia appositamente create per particolari spazi si compenetrano in un’unica visione.
Dall’Abbazia di Vezzolano, a Torino (Palazzo degli Antichi Chiostri), al Kenya (Istituto Italiano di Cultura e Maison Francaise di Nairobi), all’Etiopia (Istituto Italiano di Cultura di Addis Abeba), alla Spagna (Antico Edificio Banco de Espana a Vigo), alla Francia (Palazzo dei Papi ad Avignone) le sue celebri nature morte o i cicli dedicati alla figura umana – l’uomo e il mito – sorprendono per la comunicazione espressiva dei sapienti e raffinati passaggi cromatici. E’ la luce che diventa una forza determinante. Essenzialmente la pittura di Zito di questi anni vuole rappresentare un mondo di cose semplici in un meraviglioso silenzio, e solo quando viene raggiunto un giusto e calcolato equilibrio, le sue composizioni acquistano uno speciale senso di serenità e compiutezza.
Gli anni ottanta si chiudono con Visioni di Hymnen (1989) spettacolare kermesse con una straordinaria partecipazione di pubblico e di enti coinvolti nei 25.000 metri quadrati della Sala Presse del Lingotto per la musica di Karlheinz Stockhausen, per la quale realizza Pluramondi (olio su tela di cm. 360x300).
Negli anni novanta visionarietà e citazionismo trovano spazio nelle grandi tele dipinte di questi anni e la Galleria Civiva d’Arte Contemporanea di Carmagnola (1991 Palazzo Lomellini) ospita l’importante personale "Paesaggi della memoria" ("Duell" olio su tela cm 240x200).
Vincendo il Primo Premio Nazionale della Pittura “Giuseppe Sobrile” organizzato dalla Galleria d’Arte Moderna e dall’Assessorato per la Cultura di Torino, gli viene riconosciuto un ruolo di spicco, per un chiaro recupero delle caratteristiche della figurazione (1992 Mole Antonelliana, "L’abisso svanito" dittico olio su tavola cm.160x180).
Una sua opera Tumulti (olio su tela cm. 200) viene donata alla Città di Torino ed entra a far parte della nuova collezione della Galleria d’Arte Moderna di Torino.

Gli anni novanta rappresentano per Zito un passaggio fondamentale: le icone del proprio tempo diventano i soggetti dei suoi quadri. In un magistrale ciclo dedicato alla Coca-cola (1992) su tavole in oro zecchino, ironicamente trattata come immagine devozionale, il gioco tra realtà - la lattina di Coca-cola pressata e incastonata nella tavola - e la finzione - la sua rappresentazione per mano dell’artista - seduce l’occhio.
L’aspetto epico che predomina nelle opere precedenti, si manifesterà nell’irruenza del gesto pittorico che appropriandosi in particolare del colore rosso darà forma al rosso mito lucido e laccato delle scocche Ferrari (1993 Rosso e Ferrari) e al rosso naturale selvaggio e prorompente delle angurie esplose (1994 Acquerosse).

Da sempre attratto dal mondo del design realizza “capricci d’autore” serie di lavori con materiali e tecniche diverse: Acquerosse scultura policroma (1994 Artissima); Ho fatto goal (1994 Ante ad Arte Catalogo Allemandi); Questioni di pelle per Poltrona Frau-Area Project (1996 con Mondino, Dorazio, Carena, Reggiani, Rotella).
Apprezzato per la forza e l’ironia, per la lucida e raffinata interpretazione del reale Salvatore Zito si confronta anche con impegnativi temi a sfondo sociale: gli commissionano un’opera per la campagna informativa sull’AIDS (1996 Città di Torino, Gruppo Abele, LILA), realizza Maree (cm.160x210) sul tema della siccità (Catalogo Trevi Flash Art Museum) e una sua opera Flash back (cm.160x210), di denuncia sulla fame nel mondo è al Sermig di Torino.

La Galleria Paolo Tonin Arte Contemporanea gli dedica una personale Flirt (1997): nelle sue nuove opere Salvatore Zito reinventa il mestiere del pittore alla luce di suggestioni neo-pop.
In una trasposizione ludica e concettuale realizza frutti esotici, figure e gli Spiderman dal forte impatto visivo.
Per il progetto ALTAMAREA all’interno della Biennale dei Giovani Artisti del Mediterraneo è invitato a tenere come tutor un workshop di pittura murale: quasi 200 metri quadri per il giocoso murales tutto centrato sulla cromia dei colori.
Con il 2000 inaugura il suo nuovo spazio su una delle più belle piazze della città. Alla fine del 2001 il suo sito (www.salvatorezito.com) è on-line. Collabora con uno dei più prestigiosi studi di interior-design (Studioblu Torino) presentando "Par-blue": un percorso tra pittura e arte applicata all'insegna del blu.
Contemporaneamente in questi due anni la sua ricerca si concentra sull'interpretazione dell'icona dello Spiderman.
Nel 2002 in occasione del quarantennale del celebre super eroe l'opera SUITE25 - 25 quadri audiovisivi a fronte la pittura, dentro la musica, sul retro la partitura manoscritta di Maurizio Pisati - viene presentata a Roma presso la Galleria il Punto di Svolta.
In giugno con la personale Pop-Up gli splendidi e monumentali saloni del palazzo barocco Piossasco di Rivalba a Torino sono appositamente rivisitati dall’artista con particolari interventi pittorici. Accanto alla sezione monografica dedicata ai lucidi e concettuali Spiderman, sono esposte altre opere di grandi dimensioni raffiguranti i suoi soggetti prediletti: oggetti comuni e icone contemporanee rivisitati sulla base di suggestioni neo-pop.

ZONE-SPIDERSOUND

Per il Festival Internazionale "Synthèse" di Bourges (Francia) e per l'XI Festival "Anteprima Spazio Torino" interpretando l'opera Suite25, viene realizzato il video Zone-Spidersound che unisce la visione di tre artisti Max Bertolai, Salvatore Zito e Maurizio Pisati. I tre autori interagiranno in una performance Segno, Disegno e Invenzione al Teatro Arsenale Milano (2007).
Il video d'artista Zone-Spidersound fa parte della videoteca della GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino.

Il Giornale (Bloc Notes) 26 giugno 2002

Lo spiderman di Zito
Ultimi giorni per visitare la mostra Pop Up presso il Palazzo Piossasco di Rivalba di Torino.
L'esposizione consiste nella presentazione di una cinquantina di opere del pittore Salvatore Zito raffiguranti oggetti comuni e icone dei nostri giorni reinventati sulla base di suggestioni neo pop.
Protagonista principale della mostra è Spiderman, il celebre supereroe dei fumetti dim cui quest'anno si festeggia il quarantennale.
Attraverso la scultura policroma Uovo Ragno e una vasta raccolta di oli e smalti su tela, Salvatore Zito si cimenta in un'impresa artistica non facile: "fissare" un'immagine in movimento scelta tra le infinite possibilità con cui il visibile viene oggi trattato tramite la mediazione di computer, schermi televisivi e cinematografici, videogames.

Corriere della Sera - Io Donna 22 giugno 2002

Mostre di Emilio Tadini e Anna Maria Speroni
In Italia
Neo pop art
Personale di Salvatore Zito, artista (classe 1960) che interpreta oggetti quotidiani e icone contemporanee in chiave neo pop. Una sezione monograficaq è dedicata all'Uomo Ragno, il fumetto nato nel 1962 ultimamente di gran moda grazie al film: le opere sono supportate da musica composta per l'occasione e da un cortometraggio. (Nell'immagine, un acrilico).
TORINO PALAZZO PIOSSASCO DI RIVALBA FINO AL 29 GIUGNO

Torino Cronaca 4 giugno 2002

Spettacoli& Cultura
L'Uomo Ragno e i suoi primi 40 anni
Anche una mostra neo pop per ricordare l'anniversario dell'eroe della Marvel

…..Ma le iniziative dedicate al più celebre fumetto della Marvel non si esauriscono con il tributo della settima arte. Si inaugura infatti questa sera a Palazzo Piossasco di Rivalba, in via Cavour 13, la mostra "Pop-Up". Protagonista di questa personale, firmata dall'artista torinese Salvatore Zito, sarà proprio l'Uomo Ragno: una vasta raccolta di olii e smalti su tela nei quali i colori sgargianti del fumetto si fissano su fondi gialli che ne esaltano la fisionomia. E non è a caso che la data scelta per l'inaugurazione della rassegna preceda di pochi giorni l'uscita del film: entrambi celebrano i "primi quarant'anni" dell'acrobatico eroe uscito dalla matita del leggendario disegnatore Stan Lee.

Federica Furino

That's art Mensile bilingue n.32 giugno 2002

In mostra
Inaugurazione martedì 4 giugno ore 21.00
Torino Palazzo Piossasco di Rivalba
Salvatore Zito
"POP-UP"

In esposizione cinquanta opere dell'artista - pittore di formazione classica, dalla tecnica spettacolare, apprezzato per la forza, l'ironia e la lucida e raffinata interpretazione del reale - raffiguranti i suoi soggetti prediletti: oggetti comuni e icone contemporanee rivisitati in chiave neo-pop.

"POP-UP"

Fifty works by the artist - painter from a classical background, endowed with spectacular technique, appreciated for his power, irony, and lucid, refined interpretation of real life - depicting his favourite subjects: ordinary objects and contemporary icones reexamined in Neo-Pop style.

Corriere di Chieri 18-5-1997

Altamarea sul muro
Nell’area Caselli il murales della “Biennale”


Nell’area Caselli domenica scorsa è iniziato il workshop sul muro confinante con la scuola media Angelo Mosso, che dovrebbe concludersi oggi, venerdì. Un murales molto giocoso, tutto centrato sulla cromia dei colori e dal tema (ovviamente) molto mediterraneo. Cozze, squaletti, stelle marine e pesci che ricordano volutamente le formine di plastica con cui giocano i bambini sulla spiaggia, “sparate” su colori accesi: rosso fuoco, giallo, verde, arancio e viola acido; Pluto con l’acciuga (simbolo della Biennale) sull’orecchio, rappresentazione originale e senz’altro meno minacciosa del pescecane; bassa e alta marea che affondano o sollevano cumuli di bottiglie di plastica; una colonna con capitello ionico, che sembra anch’essa plastificata, “dissacrata” da una fetta d’anguria appoggiata sulla sommità.
Questo e altro nel murales dell’area Caselli, realizzato da Gabriella Giordano, Sara Guidici, Alessandro Mussone, Sabrina Tarricone e Piero Primatesta, cinque giovani artisti dell’Accademia, guidati dal tutor Salvatore Zito, anch’egli giovane epromettente artista calabrese, già insegnante all’Accademia Albertina di Torino, col suo attivo svariate opere di pittura murale realizzate in Piemonte. “Non abbiamo voluto snaturare completamente il significato del murales, con i suoi aspetti di denuncia cercando, però, nello stesso tempo, di non calcare troppo la mano su questo aspetto – spiega Zito – Le bottiglie in plastica che galleggiano sul mare? Una denuncia dell’inquinamento ambientale, ma anche e soprattutto di quest’enorme quantità di plastica che ci circonda. Viviamo ormai in un mondo plastificato (facce comprese, ndr), come abbiamo voluto anche sottolineare con la rappresentazione della colonna ionica, dipinta come se fosse finta. Una denuncia comunque molto soft, perché non è detto che le cose debbano sempre essere gridate e perché, essendo murales che delimita un giardino pubblico, frequentato specialmente da bambini, abbiamo inteso privilegiare l’aspetto giocoso con soggetti volutamente semplici, spostando l’accento sul colore per accentuarne l’impatto visivo”.

Luna Nuova giugno 1997

Personale di Salvatore Zito
Fino a settembre presso la Galleria Tonin


Torino- E’ veramente un piacere entrare nella galleria d’arte contemporanea di Paolo Tonin, in Via Ozanam 7, vicino via Po a Torino, e vedere alle pareti i grandi quadri di Salvatore Zito artista che vive e lavora a Torino.
Sono dipinti di grande impatto percettivo, molto figurativi e ben realizzati al punto che sembrano delle vere e proprie fotografie a colori. Le opere sono realizzate con smalti e olio che creano un contrasto con la pittura convenzionale ottenendo un pathos violento dove vengono rappresentate delle immagini viste dal computer.
Il cromatismo industriale delle sue opere ricorda i lavori di Lucio Fontana e Castellani, mentre si riscontra un collegamento con i lavori di Dorazio per quanto riguarda la pittura e l’astrattismo. Così, le opere siano figurative, in realtà l’artista ottiene un vero e proprio astrattismo.
Il titolo della mostra è “Flirt” che riconduce alla sensualità che traspare dalle opere senza però cadere nell’erotismo e fermandosi alla bella pittura. Si possono così vedere una gigantesca Tina Turner raffigurata in un atteggiamento aggressivo, che poi non è altro che l’atteggiamento che tutti vedono in lei, l’Uomo ragno, la tigre della Malesia che dà un senso di inquietudine.
Salvatore Zito ha 37 anni, e nonostante la giovane età ha una lunga esperienza pittorica alle spalle ed ha esposto oltre che in diverse città italiane anche in Francia ad Avignone nel Palazzo dei Papi, a Vigo in Spagna ed a Nairobi in Kenya. Nel 1990 con l’opera “Tumulti” che attualmente fa parte della collezione della Galleria d’Arte Moderna di Torino, si è classificato al primo posto nel Premio Nazionale della Pittura Italiana organizzato alla Mole Antonelliana. Tra le ultime mostre da segnalare quella alla Galleria En Plen Air di Pinerolo.
Giuseppe Misuraca

Corriere dell’arte 29 giugno 1996

Contemporaneità e concettualismo

Titolo quanto mai profetico quello che segnala la collettiva attualmente visitabile alla Galleria Paolo Tonin: Prossimamente, stando ciò che a oggi vediamo, gli artisti dovrebbero riuscire ad avere un significativo riscontro adeguato al valore delle elaborazioni concettuali e materiche che presentano. Se il dialogo con l’arte contemporanea si è fatto negli ultimi anni sempre più difficile a causa dell’abisso che si è scavato fra le proposte delle Biennali, le teorizzazioni dei critici da una parte, e il sottobosco dell’arte dall’altra, dove spesso la tendenza continua ad essere ben diversa e a orientarsi verso generi di più facile consumo, questi artisti hanno, oltre alle evidenti capacità manuali e concrete, il grande pregio di coniugare contemporaneità e concettualismo, ovvero di proporre lavori che tengono conto delle direttrici della ricerca artistica senza dimenticare i presupposti reali e quotidiani che ci spingono a guardare ed apprezzare un lavoro d’arte e cioè la sua facilità di comunicazione, la sua leggibilità. Salvatore Zito “riproduce in nun pattern violento frutti esotici e trasfigurati in una texture quasi astratta” dove il risultato è sospeso fra il puro gusto per l’alternanza optical fra vuoti e pieni, e la perfezione intrinseca di una figura surreale.
Carla Piro Mander

La Repubblica luglio 1996

“Prossimamente”

Sette autori italiani di opere pittoriche e plastiche, in cui l’originalità si sposa con la qualità. Si chiede poco agli artisti contemporanei, ma almeno avere buone idee e una buona “artigianalità”. Salvatore Zito riproduce in un pattern violento frutti esotici trasfigurati in una texture quasi astratta.
Paolo Levi

La Stampa 7 luglio 1996

Avanguardia con politica

Alla Galleria Paolo Tonin è in corso la collettiva “Prossimamente” che propone alcuni aspetti dell’arte attuale, del valore di un’immagine che ha un immediato riscontro con la pubblicità, i fumetti e le tensioni sociali che segnano il cammino dell’umanità. Attraverso l’itinerario predisposto, si notano i frutti esotici di Zito.
Angelo Mistrangelo

Corriere dell’Arte maggio 1996

Poltrone: arte e design

Arte e design e pelle sono questi i temi ricorrenti della mostra alla Galleria Over Studio. Dodici gli artisti presenti a questa rassegna, che con tecniche assai diverse tra di loro cercano di arrivare alla pura essenza di una forma artistica, (la poltrona Frau), attraverso la sperimentazione vera e propria “sperimentazione progettuale” tendente verso un ‘area specifica che è appunto il tema della mostra: Area project. Zito presenta una pittura passionale che coinvolge figure femminili e Lyra.
Giuseppe Biasutti

Corriere di Torino e della provincia 1 giugno 1996

La poltrona Frau: seduzione di un simbolo

Gli oggetti della vita quotidiana, con lel loro forme ergonomiche e i loro colori sintetici o naturali, posseggono una loro intrinseca capacità di dialogare con lo spazio che li ospita. Sono capaci da rapportarsi in modo interattivo con le persone che li utilizzano suscitando immediati sentimenti di grandezza, amicizia o ostilità, di desiderio, di seduzione o di diffidenza. Sono, cioè in grado di trasformarsi in una sorta di “feticci simbolici”: testimoni neanche tanto silenziosi e discreti della nostra epoca. E infatti una loro peculiarità il prestarsi ad essere rappresentati (avulsi nel contesto domestico, smontati e rimontati in maniera acconcia su altri scenari, contaminati da altri linguaggi) in modo tale da venire intesi come dei totem della società consumistica. Dodici affermati artisti attingendo elementi dall’inesauribile mondo fantastico dei desideri e dei sogni, prelevando suggestioni, riferimenti, suggerimenti da quel profondissimo serabatoio di dati dell’esperienza, rielaborando pulsioni dall’immaginario psicologico, con spiazzante ironia e senso del gioco, hanno reinterpretato, secondo la propria cifra personale, uno di questi oggetti universalmente conosciuto, per le sue doti di confort, di eleganza di status: la poltrona Frau. Il frutto delle loro ricerche sono esposte attualmente presso la Galleria Over Studio ed è possibile apprezzare il loro impegno che va dal mondo del design all’arte contemporanea, dalla grafica alla rielaborazione fotografica. Sono presenti in mostra: Antonio Carena, Iosa Ghini, Duilio Gambino, Alberto Ramella, Salvatore Zitto, Beppe De Valle, Ezio Gribaudo.
Giovanni Cordero

La Stampa 6 giugno 1996

A Overstudio si conclude lo show di poltrone e divani

A Overstudio si conclude oggi l’insolita mostra. “Area Project” interpreta con interventi-progetti di dodici artisti contemporanei la poltrona “Frau”, creata nel lontana 1912 dall’omonima azienda torinese. Si passa da “Vanity” di Carena alla futurista composizione di Ghini, dalla passionalità espressiva di Zito agli studi e bozzetti di Sacchetti.
Angelo Mistrangelo

La Stampa dicembre 1994

E le ante delle botteghe diventano opere d’arte

Da oggi Borgonuovo colorato per mano di cinquantotto artisti torinesi che hanno aderito ad una iniziativa mai vista prima. In gioco c’è la fantasia, ci sono fior fior di pennelli che si sono detti lieti di partecipare. Elencarli tutti è impossibile: Soffiantino, Zorio, Paulucci, Griffa, Tabusso e molti altri.
Cosa c’è di tanto inconsueto? Le ante trasformate in quadri, sculture, collage.
Immaginate lungo via della Rocca che è punto nevralgico del borgo, e nelle strade vicine le ante delle botteghe trasformate in opere d’arte con tanto di firma: roba che merita una mostra a parte, un catalogo ragionato tra cronaca e divertimento, un premio alla fantasia e per l’arredo urbano.
p.p

La Repubblica 26-11-94

Ante ad Arte
Una specie di museo d’arte moderna all’aperto: si potrà visitare in Via della Rocca e nelle strade del Borgonuovo, dove si inaugura la mostra Ante ad Arte. Cinquantotto artisti torinesi, portano l’arte in strada, tra la gente, decorando le ante e i serramenti in legni delle antiche botteghe artigiane del borgo ottocentesco: un’occasione per passeggiare tra le opere di pittori noti e meno note, giovani e meno giovani – come Francesco Casorati o Gilberto Zorio, come Eugenio Comencini o il maestro Enrico Paulucci – osservandole nella cornice architettonica del quartiere e attraverso le varie ore della giornata, con una luce sempre diversa. E’ un modo per dimostrare che l’arte moderna può dialogare con il passato e con un presente vivace e variato.
Paolo Levi

Acquerosse alla Tegassa

Inaugura l’esposizione di opere di Salvatore Zito dal titolo “Acquerosse”. Un inno al “rosso”, colore primordiale prima che fondamentale, selvaggio e violento prima che mito consumato delle….”rosso Ferrari”.
L’arte del rosso (bellissimo il gioco in sei tempi dell’anguria rossa), l’espressione del colore che si stende ed assume una parte di forma.Mario
Maurizio Pacchiolla

Il rosso violento di Zito nella storica Tegassa

E’ stata inaugurata la mostra 2Acquerosse2 di Salavatore Zito. E il colore rosso è per l’appunto l’aspetto più caratteristico di questo artista: un rosso violento e sanguigno, che troviamo sia nella serie dedicata alle angurie che in quella sulle auto Ferrari. Questa esposizione segna il debutto della nuova associazione culturale “En Plein Air” che ha sede nella storica “Tegassa” già residenza di campagna dei conti Tegas. Il luogo si presta splendidamente per l’arte.

Una fetta d’anguria per l’estate d’arte

“Acquerosse” è appunto la prima suggestione che ci offre l’Associazione En Plein Air tramite le opere di Salvatore Zito. Tele e forme per l’espressione violenta e celebrativa del rosso: rosso naturale selvaggio e prorompente delle angurie esplose, rosso mito lucido e laccato delle scocche Ferrari. Il piacere puro di fare pittura, di agire e quindi esserci nella pittura, emozionando con l’unicità e icasticità del colore rosso.
Laura M.P.

La Gazzetta del Piemonte 1 aprile 1993

Ferrari, il mito in una scatola
Arte e industria a confronto: i grandi quadri di Salvatore Zito interpretano in chiave espressionista una leggenda su quattro ruote.

Torino. Al mito Ferrari la Galleria Zutart, un nuovo spazio espositivo che ha aperto i battenti proprio in questi giorni, ha dedicato una mostra tra design, modellismoi ed arte. “Rosso & Ferrari” è il titolo di questa rassegna che attraverso l’esposizione di rari modellini di Ferrari e le “ maquettes” in legno di grandi designer (tra le quali una Ferrari P1 1968 di Giovanni Michelotti e le serie di Paolo Martin dedicata alla Dino Ferrari) tocca i vari momenti della realizzazione di una macchina sottolineando il ruolo specifico e determinante dei designer. Un ruolo che per invenzione e creatività può essere avvicinato a quello dell’artista.
E proprio per sottolineare questa affinità una stanza è stata dedicata al pittore Salvatore Zito che per la mostra ha realizzato alcuni quadri di grandi dimensioni che sono un’interpretazione in chiave espressionista del mito “rosso”.
Clio Pescetti

Auto & Design

“Rosso e Ferrari”

Two forms of espression far removed from each other and, at the same time, closely linked by the time “Rosso e Ferrari”, to which an exhibition has been dedicated at tha Zutart Gallery in Turin since April, with support from the Piedmont Regional Council and Auto & Design.
A colour and myth of speed on tarmac, symbol of an epoch recounted in the renderings and models, on the 250 GT theme, of Giovanni Michelotti and the Dino, Sigma and Modulo of Paolo Martin, and the in the lucid abstract vision of Salvatore Zito, master in the art of colour and, again, in the prints of Marco Collini.
In its entirety, “Rosso e Ferrari” seeks to narrate a chapter in the history of ther great cars from Maranello, magnificently “clad” by the stylists who have majorly contributed to the formation of the Ferrari myth.
Giovanni Cinti

Repubblica 30 marzo 1993

Scende in pista il mito della velocità su strada

Ha aperto i battenti, ieri, alla Galleria Zutart la mostra “Rosso e Ferrari”. In esposizione modelli da collezione e maquettes in legno, firmati dai grandi designer e provenienti da tutta Italia, parti “storiche” di vetture, manifesti d’epoca, libri, riviste e quadri di artisti di fama. Spazio all’arte poi nel settore dedicato alla pittura a tema, nel quale si ritrovano le opere dell’artista torinese Salvatore Zito, che dà alle imprese più celebrate della Ferrari la dimensione lirica ed informale.

La Stampa 28 marzo 1993

In mostra la leggenda della Ferrari

S’inaugura domani alle 18 alla Galleria Zutart la mostra “Rosso & Ferrari: un nome e un colore che segnano un epoca”. Allestita in collaborazione con la rivista Auto & Design, la rassegna ripercorrte il mito del cavallino rampante attraverso modellini, disegni originali e quadri “firmati” da artisti di fama. Ad arricchire l’esposizione anche pezzi di grandezza naturale di Ferrari come una testata della “Testarossa” del 1958. E ancora, libri, riviste d’epoca e interpretazioni espressioniste del pittore Salvatore Zito.
e.d.s.

TORINOsette - La Stampa febbraio 1992

Il Premio Sobrile
Giovani e bravi pittori alla Mole Antonelliana


Ma che bella sorpresa di pittori relativamente giovani (sotto i quarant’anni) che porta il nome di “Premio Nazionale di Pittura Giuseppe Sobrile “ ed è allestita alla Mole Antonelliana : andatela a vedere e rinascerà in voi qualche speranza nella pittura del futuro. Il premio, legato al lascito testamentario della vedova del pittore Giuseppe Sobrile, è solamente per pittori “figurativi”.
Nell’esplorazione visiva della realtà la 2figuralità” interviene sempre a livelli più complessi e più elaborati del processo: rappresenta, quindi, un “viaggio” che ha più probabilità di risultare divertente e sorprendente, significante e coinvolgente e di dare quindi maggior carica anche al valore artistico. Una volta ancora l’ abbiamo constatato proprio con questa mostra collettiva di un manipolo di giovani pittori di tutt’Italia, ciascuno con due opere, tutte “figurative”.: la mostra è coinvolgente e ci ha “tirato su” di morale. Il primo premio ex aequo è andato a Gotthard Bonell e Salvatore Zito.
Bepi Zancan

La Stampa 23 gennaio 1992

Una mostra e un concorso a Torino
Sfida di pittori dedicata a Sobrile

In onore di Giuseppe Sobrile (1879-1956), allievo di fine ‘800 di Pier Celestino Gilardi e Giacomo Grosso, si è inaugurata alla Mole Antonelliana una doppia mostra. Da una parte le opere del maestro, dall’altra quelle dei partecipanti alla prima edizione del Premio nazionale a lui intitolato. Curata da Rossana Maggio Serra e Riccardo Passoni.
Il lascito per il concorso è dedicato, coerentemente, a “giovani artisti di indirizzo figurativo”. La formula per l’individuazione dei partecipanti è particolarmente felice ai fini di un corretto riferimento alle situazioni regionali: alle segnalazioni di due nomi sono statim invitati i direttori delle Accademie e i dirigenti delle Gallerie d’Arte Moderna statali e di enti locali.
Era ovvio che la città promotrice fosse presente al miglior livello. Fra i segnalati dell’Accademia, ha conseguito il primo premio “ex-equo” Salvatore Zito con i suoi espliciti omaggi al citazionismo fantastico.
L’impressione fondamentale è che la rivisitazione della figuratività del nostro secolo offre campi illimitati.
Marco Rosci

I “Paesaggi della Memoria” di Salvatore Zito a Palazzo Lomellini

Sorprende in Salvatore Zito l’aggressività e l’equilibrio, la fluidità e la strapotenza del colore e l’incisività degli elementi grafici, il richiamarsi alle energie primordiali e quell’attenzione al classico e al barocco, per poi liberarsene con moti istintivi, laceranti.
Non è palcoscenico la pittura di Salvatore Zito, ma vita.
Anche se quel suo equilibrio, quel suo inserire la natura nella sfera o nell’ovale, quell’armonia fra gli elementi, oltre ad offrire una visione che non indugia sul particolare, ma abbraccia l’universo nella sua interezza, ha indubbiamente un naturale valore ed effetto scenico.
Aldo Spinardi

Corriere di Torino e della Provincia 21 settembre 1991

In tre fasi tutta la sua arte

La Civica Galleria d’Arte Contemporanea di Carmagnola, ospitata nel cinquecentesco Palazzo Lomellini, propone acquerelli, oli e disegni a china su tela di Salvatore Zito. La pittura di Zito è uno studio degli elementi fondamentali – spazio, segno, colore – e proposta, intuizione di rinnovamento dei loro rapporti.
Il bianco della superficie pittorica è il punto di partenza della concezione dell’artista torinese; esso è lo spazio primordiale, l’uovo cosmico che tutto contiene su cui si diversifica, nel secondo stadio evolutivo, il pensiero dell’artista tramite il segno. Questi non delimita forme ma è un altro essere della spazialità, che crea un nuovo infinito attraverso l’estrinsecarsi di limiti definiti in sé stessi, privi di confini del loro armonioso integrarsi. La terza fase dell’arte di Zito vede la nascita di cromie calde, vivaci, complesse nella strutturazione volumica, che solo in apparenza si solvrappongono al segno; in realtà esse sono il suo naturale espandersi, dal nero “ove si nasconde il sogno luminoso del colore” (F.Lodola) alla luce, al bianco archetipico. La pittura di Zito offre dunque una lettura circolare nelle sue stadiazioni, che senza soluzione di continuità si proseguono le une nelle altre e così sono proposte nelle opere: disegni a china (il bianco, poi il segno nero), gli acquarelli (dal nero nascono i colori, ancora convivendo in modo separato i due elementi) ed infine gli olii in cui essi si fondono, pur lasciando qua e là intuire la loro differenziazione intermedia, per tornare in ultimo alla loro luminosa origine.
Giovanni Ferro

La Gazzetta del Piemonte 29 settembre 1991

Salvatore Zito a Palazzo Lomellini di Carmagnola
Paesaggi della Memoria

Carmagnola. Si dice che Salvatore Zito abbia alle spalle un importante di pittura figurativa “all’eccesso”. Sicuramente è vero. Ne è la prova la grande mostra personale (“Paesaggi della Memoria”) allestita nelle ampie sale di Palazzo Lomellini. Una trentina le opere esposte - quadri e disegni – molti di grande formato dove l’esperienza astratta e informale tocca punte di mirabile levatura proprio perché “arrivò” (o tappa tra le tante) di un lungo “viaggio” nei meandri della pittura tenecemente ancorato a concrete e artigianali premesse di base. La realtà non è mai perduta nei quadri di Zito. Si intravede come “memoria”, presenza silenziosa e determionante in complessi groigli di segni e colori, anche violenti (nei toni rossi, gialli e neri) simili a lava incandescente o a turbine di venti calati impietosi a sconvolgere l’ordine costituito delle cose. Stupende le chine; quel grande tondo del ’91 (”Chiaroscuri”) così casuale e rigorosamente centellinato nel gioco di assenza-presenza del colore.
G.M.

Paesaggi della Memoria La Repubblica 1 ottobre 1991

Le opere di Salvatore Zito presto alla Mole
I Paesaggi del Ricordo


Paesaggi della Memoria, itinerari mentali che proseguono sulla tela. Salvatore Zito espone fino al 10 ottobre a Carmagnola, a Palazzo Lomellini per La Civica Galleria d’Arte Contemporanea, in una mostra in cui vengono presentati trenta grandi dipinti, “Paesaggi della Memoria”. In questi suoi ultimi lavori, Zito ha voluto ricercare un certo classicismo trascurato precedentemente per dar sfogo prima ad un preciso iperrealismo, poi a un citazionismo non vago. Un rifarsi al secolo che Zito più d’ogni altro ama, quel seicento che lui vede così vicino al nostro, per un gusto del kitsch, del ridondante, dell’enorme – da qui il grande formato delle sue tele – che il Novecento porta con sé. L’opera di Zito si potrà anche ammirare alla Mole in una mostra dedicata prossimamente al figurativo dei giovani autori.
Leonardo Bizzaro

2010: Hotel Principi di Piemonte - Torino



"Pinguino Reale" opere di Salvatore Zito

2010: Casa d'Aste Della Rocca - Torino


"Pop e neo Pop"

2010: Galleria Elena Salamon Arte Contemporanea - Torino


"Donne protagoniste" collettiva

2009: Galleria Salamon Arte Contemporanea - Torino

opere grafiche di artisti contemporanei

2009: Galleria Mandelli Arte Contemporanea - Seregno (Milano)


"Centoingiro: cento artisti per il centenario del Giro d'Italia"

2008: Galleria Mandelli Arte Contemporanea - Seregno (Milano)


"Nerazzurra" 100 artisti per 100 anni di Inter

2008: Galleria Porta Palatina 13 e Galleria Salamon Arte Contemporanea dicembre - Torino


collettiva "Natale d'artista"