Corriere di Torino e della provincia 1 giugno 1996

La poltrona Frau: seduzione di un simbolo

Gli oggetti della vita quotidiana, con lel loro forme ergonomiche e i loro colori sintetici o naturali, posseggono una loro intrinseca capacità di dialogare con lo spazio che li ospita. Sono capaci da rapportarsi in modo interattivo con le persone che li utilizzano suscitando immediati sentimenti di grandezza, amicizia o ostilità, di desiderio, di seduzione o di diffidenza. Sono, cioè in grado di trasformarsi in una sorta di “feticci simbolici”: testimoni neanche tanto silenziosi e discreti della nostra epoca. E infatti una loro peculiarità il prestarsi ad essere rappresentati (avulsi nel contesto domestico, smontati e rimontati in maniera acconcia su altri scenari, contaminati da altri linguaggi) in modo tale da venire intesi come dei totem della società consumistica. Dodici affermati artisti attingendo elementi dall’inesauribile mondo fantastico dei desideri e dei sogni, prelevando suggestioni, riferimenti, suggerimenti da quel profondissimo serabatoio di dati dell’esperienza, rielaborando pulsioni dall’immaginario psicologico, con spiazzante ironia e senso del gioco, hanno reinterpretato, secondo la propria cifra personale, uno di questi oggetti universalmente conosciuto, per le sue doti di confort, di eleganza di status: la poltrona Frau. Il frutto delle loro ricerche sono esposte attualmente presso la Galleria Over Studio ed è possibile apprezzare il loro impegno che va dal mondo del design all’arte contemporanea, dalla grafica alla rielaborazione fotografica. Sono presenti in mostra: Antonio Carena, Iosa Ghini, Duilio Gambino, Alberto Ramella, Salvatore Zitto, Beppe De Valle, Ezio Gribaudo.
Giovanni Cordero