"Mirabili Animali"

Salvatore Zito: "Colui che insegue due lepri non ne raggiungerà nessuna", polittico olio e smalto su tela cm 300x94, 2013

"Mirabili Animali"

Salvatore Zito: Leopardo olio e smalto su tela con scultura policroma, 2012

"Mirabili Animali" opere di Salvatore Zito Museo Regionale di Scienze Naturali




2012: Torino Museo Regionale delle Scienze Naturali "Mirabili Animali"






Mirabili animali chiama Zito la sua serie di opere  che prendono a soggetto leoni,tigri, pantere, anche un serpente. Si potrebbe pensare anche a una bella espressione di Umberto Saba: i sereni animali che avvicinano a Dio. La minuziosa attenzione con cui Zito li guarda e li raffigura, anche isolandone parti e aspetti (le zampe,  con le unghie e le dita, le tracce)  ne fanno dei personaggi che pur non avendo un nome e una individualità “umana”  rivelano una creaturalità  che ce li accomuna, ce li rende vicini, senza peraltro cancellarne la naturale pericolosità. Si tratterà di ciò che Kant chiamava il sublime? Il sublime dinamico, naturalmente, lo spettacolo di una forza naturale che sentiamo più potente di noi e che tuttavia, contemplata in condizioni di sicurezza  (la famosa tempesta marina guardata dall’alto della scogliera ) ci  suscita un piacere estetico ed etico insieme. Nel caso della tempesta kantiana, quel che ci compiace è la consapevolezza della nostra superiorità morale sulle forze cieche della natura – nessuna forza fisica può costringerci a volere ciò che non vogliamo. Nel caso delle tigri e pantere di Zito c’è un sublime   che diremmo “di solidarietà vitale”: ci compiace vedere queste bellissime creature, niente affatto addomesticate, con la loro forza altra da noi, ma a cui ci sentiamo  vicini per l’ammirazione che ci provocano, e  in fondo per la nostalgia che ci  suscita il ricordo dell’Eden dove il lupo e l’agnello pascolavano insieme, e così il leone e la gazzella, e gli umani (allora davvero umani) con  loro. L’esperienza di una verità  troppo a lungo dimenticata e  sempre ancora in attesa di una possibile redenzione.

Gianni Vattimo